Il Centro
Il Centro Annali per una storia sociale della Basilicata nasce ufficialmente il 6 febbraio 1988 (l’atto costitutivo) ma di fatto muove i suoi primi passi alla fine degli anni Settanta.
Il nucleo originario del Centro Annali si può individuare in quei giovani intellettuali che parteciparono alla redazione del volume Basilicata tra passato e presente, edito da Teti Editore nel 1977 e al Convegno di Studi, anche come relatori, su “Campagne e fascismo in Basilicata e nel Mezzogiorno” organizzato a Potenza dall’Istituto Alcide Cervi e dalla Regione Basilicata nel 1978.
L’iniziativa si deve a Giovanni (Nino) Calice, intellettuale e storico, allora deputato del P.C.I., membro del comitato scientifico dell’Istituto A. Cervi di Reggio Emilia e collaboratore dell’Istituto Gramsci di Roma, che da alcuni anni si era affacciato alla ribalta del mondo della ricerca storica con alcune pubblicazioni (Lotte politiche e sociali in Basilicata, Editori Riuniti, Roma, 1974; Partiti e ricostruzione nel Mezzogiorno, De Donato, Bari, 1976; Ettore Ciccotti: Per un saggio sulla formazione dell’ideologia riformista, Lacaita, Manduria, 1979).
Scriveva Calice nella prefazione di quel volume uscito per i tipi dell’editore milanese: «Valorizzare quanto, volta per volta, ha reso e rende attuale la vita della regione alla propria epoca e alle proposte, al dibattito, all’iniziativa, al movimento della società nazionale. Occorre uno sforzo inteso a sottrarre la discussione storica, economica, politica, culturale sulla regione, dalle facili tematiche sulla marginalità e sul sottosviluppo quasi si tratti di una realtà estranea o residua rispetto ai generali processi del nostro Paese».
Il risultato fu un buon libro ma, come notò lo scrittore Raffaele Nigro, «non bastava ad accontentare Nino, che sognava di costruire un centro studi impegnato nella riflessione politica e storiografica, perché pensava che non si potesse lavorare isolati e che bisognasse organizzare una rete di rapporti, creare una scuola». Quella “scuola” cominciò a prendere forma nei successivi tre lavori, pubblicati dall’amico Leonardo Sacco con la sua Basilicata Editrice di Matera, nei primi anni ’80: Porco e Aglianico, I poteri urbani e Il potere delle paure.
Piegando ad un preciso disegno “politico”, che si proponeva di coniugare politica, storia e cultura, Calice raccolse intorno a sé intellettuali e allievi a lui vicini, che coltivavano interessi per la storia e per altre discipline, vogliosi di confrontarsi con le problematiche connesse alla ricerca.
Forte delle relazioni personali con storici come Franco De Felice, Rosario Villari, Pasquale Villani, Giuliano Procacci, Gabriele De Rosa, Tommaso Pedìo, Piero Bevilacqua, Augusto Placanica, Luigi Musella e del sostegno dell’allora amministrazione comunale di Barile, il Centro cominciò a strutturarsi definitivamente a metà degli anni ottanta, organizzando convegni, seminari, giornate di studio, mostre, premi, dibattiti e molto altro; fino alla costituzione definitiva nell’inverno del 1987/88.
I soci fondatori furono: Nino Calice, Costantino Conte, Salvatore Fucci, Angelo Labella, Antonio Libutti, Nicola Lisanti, Franco Sabia, Beatrice Nolè, Tommaso Russo, Rosa Maria Salvia e Lucio Tufano. Subito dopo entrarono a farne parte: Ielmino Romaniello, Nina Pedìo e Palmarosa Fuccella.
Stimolato dalle continue sollecitazioni di Nino Calice, il gruppo di ricercatori del Centro Annali, con un occhio attento al dibattito storiografico più recente (è evidente fin dal nome il riferimento alla scuola de Les Annales di M. Bloch e L. Febvre), cercò di analizzare in maniera approfondita le trasformazioni culturali, politiche, economiche e sociali che si erano realizzate nel Mezzogiorno, e in particolare nella Basilicata, negli ultimi due secoli.
Vennero approfondite le esperienze rivoluzionarie del 1799 e i rapporti tra Napoli e una realtà periferica come la Basilicata nell’800; studiati i nuclei familiari, i piccoli centri urbani, il movimento cooperativo, la difficile affermazione dello spirito d’intrapresa in Basilicata, i fenomeni migratori, passaggi e permanenze di diverse culture e civiltà, il fascismo, il paesaggio agrario, la cultura artistica nell’Ottocento, per individuare strutture, mutamenti, peculiarità della società regionale, i nessi ineludibili con fenomeni di lunga durata, con la modernizzazione, con “il potere” e con “i poteri”.
Nel corso degli anni il Centro si è avvalso della preziosa e autorevole collaborazione o partecipazione di intellettuali, professori, scrittori come Beppe Vacca, Piero Di Siena, Anna Rossi Doria, Roberto Nistri, Ester Fano, Aurelio Musi, Antonino Di Francesco, Giampaolo D’Andrea, Antonio Cestaro, Decio Scardaccione, Lucio Lombardi Satriani, Raffaele Giura Longo, Giacomo Schettini, Biagio De Giovanni, Mariano D’Antonio, Enzo Persichella, Piero Innocenti, Antimo Negri, Isaia Sales, Giorgio Ruffolo, Andrea Manzella, Massimo Riva.